venerdì 6 novembre 2009

7. 2005 - INTRODUZIONE AL PRESEPE

Il Natale è la festa più umana della fede, perché ci fa percepire nella maniera più profonda l’umanità di Dio.
In nessun’altra parte diventa percepibile come nel presepio che cosa significa il fatto che Dio ha voluto essere “Emmanuele”, un “Dio con noi”, un Dio con cui abbiamo confidenza, perché ci viene incontro come un bambino.
Pertanto il Natale è anche in modo particolare una festa che ci invita a meditare e a riflettere interiormente sulla Parola”
Joseph Ratzinger


Forse non tutti sanno che le origini ed il termine presepio hanno radici ben antiche, di matrice etrusco - latina, sono una consuetudine pagana che non è stata assorbita nel processo di cristianizzazione del mondo, così come è avvenuto per altre festività.
Nasce dalla devozione per i larii, gli antenati defunti protettori della famiglia raffigurati con statuette di vari materiali, poste nella casa, chiamate sigillum; in occasione della festa Sigillaria (20 dicembre) i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei defunti dell’anno, mentre i bambini disponevano le statuine in un piccolo recinto che rappresentava un ambiente bucolico. Nella vigilia la famiglia si ritrovava per pregare e lasciare cibo e vino, al mattino seguente al posto delle vivande i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati“ dagli antenati defunti.
Praesaepe significa infatti greppia, mangiatoia, ovvero luogo che ha davanti un recinto, composto da prae= innanzi e saepes= recinto.
Il Presepio, così come noi lo conosciamo, nasce a Greccio (Umbria) nel 1223 per ispirazione di San Francesco al ritorno del suo viaggio in Palestina, forse come icona della Terra Santa, per avvicinare quei luoghi lontani, per fare memoria di quel momento che ha cambiato il mondo, per raccontare in modo immediato e semplice la nascita del Salvatore, per stupire, per parlare ai cuori con l’immagine di un bimbo inerme che incarna la rivelazione di Dio, è l’Emmanuele, il Dio con noi.
Nei secoli ci sono state poi varie evoluzioni, fino a penetrare in profondità nella devozione popolare, di una festa, il Natale, che celebra la nascita, la vita terrena, forse più sentita della Pasqua, la più importante festa cristiana, che celebra la morte, la resurrezione e la vita eterna.
Una tematica a cui ispirare la tradizionale rappresentazione della nascita di Gesù, è da ritenersi irrinunciabile, per non cadere in virtuosismi tecnologici o per non farsi prendere la mano dalla rappresentazione in se, senza avere nulla da comunicare, senza essere spunto di riflessione, ma solo un mero lavoro di artigianato artistico, anche pregevole, ma con il rischio di essere fine a se stesso.
Il Presepio deve essere come un’opera d’arte, comunicare emozioni, guidare nel mistero della natività, deve spingere dentro la grotta, oltre i fondali, tra i personaggi che lo animano.
Lo stile espressivo di questo presepio potrebbe essere definito impressionistico; infatti sono stati tralasciati tutti quei possibili particolari, anche pregevoli, per concentrare la scena sugli eventi, sui personaggi, utilizzando anche tecniche realizzative relativamente semplici e tradizionali, con modesto supporto di quei mezzi tecnologici che consentono la realizzazione di opere anche estremamente complesse, con un notevole impatto visivo..

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